Alessandro Lugli è nato a Napoli il 25-11-1975. Artista poliedrico. Poeta e Cantante. Ha pubblicato 30 libri di Poesie. Si cimenta anche nel canto. Soddisfazioni di media entità nel campo musicale. Più concrete in quello poetico. La sua voglia di cimentarsi anche nel campo musicale è vera. Nonostante qualche problema uditivo, la sua voglia di migliorarsi musicalmente è tangibile.
Alessandro Lugli è un poeta. È uno scrittore. E’ un cantante. Ha ricevuto diversi riconoscimenti ma, si sa, chi scrive e canta con l’anima non ritiene mai conclusa la sua missione e, anzi, ricomincia più inquieto, entusiasta, pungente, irriverente, vero. Le sue espressioni provengono di sicuro da una giovinezza e da una esistenza travagliata, viva. Alessandro, a volte, ha finanche paura di farsi conoscere, perché ha paura di ri-conoscere che ciò che gli agita l’anima, lo indigna, lo turba, esiste sul serio, e non solo nella suggestione poetica e musicale che anima i grandi realisti, quelli capaci, dopo essersi scrollati di dosso i falsi moralismi, e laddove altri scrittori e cantanti, altrettanto validi, hanno spogliato Napoli, egli è capace di rivestirla. Alessandro ogni tanto si sfoga. Ma non per il suo carattere forse non facile e sicuramente molto peculiare, ma perché Alessandro, come tutti noi, arriva il momento che non ci sta. Egli è uno scrittore e cantante del suo tempo, del “suo” tempo, perché non me spreca nemmeno un minuto e lo descrive, ce lo dona, ce lo regala, ce lo propone come uno specchio in cui non vorremmo guardarci ma dobbiamo. Alessandro dipinge senza pennelli e fotografa senza macchina digitale, quando lo leggi e lo ascolti, mente e cuore si muovono allo scrollone invisibile di quel tipo di parole che non sono solo tratti o suoni. E che non tutti conoscono, non tutti osano ammettere come vere. Alessandro è questo, ma non solo. Alessandro Lugli è uno scrittore, un cantante , ma prima di tutto un uomo non imprigionato tra le pagine di un libro o nei testi di una canzone. Nelle poesie e nelle canzoni di Alessandro Lugli rivivono la malinconia dei ricordi e l’inquietudine che pervade l’animo fedelmente fissate nelle parole e nei suoni sofferti. Da una parvenza di uomo tende ad elevarsi a uomo completo e consapevole di essere perso in questa vita ma fermamente convinto di avere il dovere di lottare per la gioia di vivere e la speranza di una vita migliore. Un impulso vitale lo spinge ad inseguire il proprio sogno con un inguaribile ottimismo: e tutti noi sappiamo quanto sia difficile tale operazione. Fedele alla linea di condotta che ha scelto per sé vive sulla propria pelle la faticosa ricerca di qualcosa di nuovo oltre l’orizzonte e a buona ragione può scrivere e cantare: Vivo perso/ in queste vie/ ma vivo/ senza ipocrisie/ scrivo e canto la vita mia.
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