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Sono nata con un’anima canterina: per me la musica è vita, come l’aria che respiriamo!

Il mio nome è Barbara Atzori, ma in arte ho scelto “Ayla”. È una cosa recente, inizialmente era solo un nick che utilizzavo per gioco su un’app musicale e poi è diventata una cosa seria, quasi come un battesimo o un nuovo inizio.

Sono sarda, la mia città di adozione è Olbia, nel nord Sardegna, dove sono cresciuta e la adoro. Ho girato tanti posti grazie anche al mio ex lavoro di assistente di volo, ma non la cambierei per nessun altro luogo, nemmeno per Hogwarts.

La mia passione per la musica è sbocciata ascoltando mia madre cantare, e anche lei aveva una famiglia di “canterini” e musicisti (anche se non proprio professionisti) alle spalle.

A parte le serate di karaoke con gli amici, il mio primo vero incontro con la musica è stato con un trio acustico: due chitarristi e la mia voce; facevamo cover acustiche di oldies rock e blues, quasi in versione unplugged.

Erano i primi anni… beh, diciamo che era un po’ di tempo fa.

Quella formazione è durata alcuni anni, poi è arrivata una band più articolata, i Green Gold. Con loro mi sono divertita tanto, facevamo cover rock e blues, anche se questo adesso sembra lontano dai miei gusti attuali, perché ora mi esprimo preferibilmente nell’R&B, nel soul e nel Pop.

In quel periodo ero una fan sfegatata di quel genere musicale, avevo più o meno 25 anni, l’età della spensieratezza e del divertimento.

Durante quel periodo ho iniziato a volare come assistente di volo e conciliare il lavoro con la musica è stato difficile, così ho fatto una pausa.

Nel frattempo sono diventata mamma e, con il piccolo, c’erano ovviamente altre priorità. Ho ripreso a cantare solo quando mio figlio era già alle elementari, grazie a un grande amico chitarrista. Abbiamo formato un duo, i Soul Glitter, e per un paio d’anni abbiamo suonato cover di brani pop nazionali e internazionali. Conservo un bellissimo ricordo di quel periodo, il mio amico Mario per me era (ed è) come un fratello e ridevamo tantissimo insieme. Ricordo tanti episodi divertenti, ce ne sono capitate tante, ma in particolare durante una serata estiva, mentre ci esibivamo in un localino del centro storico che aveva un dehors in un vicolo chiuso, un piccolo topino decise che lo spazio in mezzo ai miei piedi era il posto perfetto dove passare per attraversare il vicolo.

Senza accorgermene, iniziai a saltare e gridare mentre cantavo e insieme a me le grida in coro delle ragazze del pubblico. Dopo un attimo di sorpresa e un fuggifuggi generale, Mario con la sua simpatia trasformò l’incidente in qualche risata, e il tutto diventò parte dello spettacolo…

Mio figlio Francesco cresceva e mostrava interesse per le percussioni, così l’ho iscritto a un corso di batteria per principianti in una scuola di musica privata della città, la “Sonos”, dove ho incontrato tanti musicisti che sono diventati amici. Con alcuni di loro abbiamo creato una band acustica, i SoundLab, che è durata qualche anno. Con i maestri della scuola Sonos ho avuto l’opportunità di partecipare a uno spot per un’azienda municipale in cui cantavo dentro un autobus, un’esperienza fantastica e molto divertente, e il video è diventato virale.

https://www.facebook.com/share/v/qb3FCocTUZfGmX94/?mibextid=KsPBc6

Dopo lo scioglimento dei SoundLab, sono nati i SoulKey, l’ultima band acustica con cui mi sono esibita dal 2018 al 2021.

Da allora ho dovuto ridurre la mia attività musicale a causa di un peggioramento delle mie condizioni di salute che mi hanno reso difficile non solo cantare ma anche vivere normalmente.

Ogni giorno faccio i conti con dolori atroci e una stanchezza terribile, tanto che alzarsi dal letto è un’impresa titanica, e questo mi ha impedito di vivere una vita “normale”. Ma credo che anche nel male “ci sia del bene”… questa condizione mi ha permesso di apprezzare di più le cose veramente importanti, come gli affetti e le amicizie sincere.

Nonostante il dolore e la malattia, la musica non mi ha mai lasciata: è un dono che Dio ha messo nel mio cuore, che mi permette di trasformare la tristezza in conforto e pace. Amo gli eventi di beneficenza che ricordano che la musica è un dono da ricevere e da dare. Quando canto, spero sempre di trasmettere un po’ di questo amore che Dio ha messo nel mio cuore attraverso la musica, e di toccare il cuore e l’anima degli altri, portando loro un po’ di quel conforto che il buon Dio con la musica dona a me.

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