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Tutto è nato mentre stavamo suonando un pezzo dalle sonorità psichedeliche. Ognuno per sé e tutti per il suono. Ci siamo accorti di un riverbero che non avevamo creato. Era un suono avvolgente e pericoloso, come il canto di una sirena. Dietro il suono si nascondevano visioni oniriche. Abbiamo visto le luci disciogliersi e le pareti della nostra sala prove cadere come barriere liquide. Ci siamo guardati atterriti, ma era troppo tardi per interromperci: c’era una musica che ci chiedeva di essere suonata, si era imposta come colonna sonora dell’attimo che stavamo vivendo. All’improvviso dal buio è apparsa una medusa, fluttuava lentamente nel vuoto, come in un sogno. Ha danzato con eleganza nel fondale dell’abisso e si è spostata verso di noi con una sinuosità ipnotica. Si è avvicinata per scrutarci poi ci ha stretto a sé con i suoi tentacoli. L’intossicazione è stata istantanea, sublime, allucinante. La abbiamo vista poco a poco innalzarsi sulle note della nostra musica per poi partorire un’armata di minuscole meduse. Si muovevano come spiriti in una foresta oscura. Piccole note dissonanti ma già audaci. Esseri che si nutrivano di suono e come incubi andavano per poi tornare. Andavano per poi tornare. Erano ossessioni catartiche cicliche, profonde e ovattate. Erano infinite reminiscenze. Siamo stati punti da ognuna di quelle meduse: un fiume che ha intossicato le nostre vene e invaso le nostre coscienze. Il volume del suono è diventato insostenibile. Avremmo voluto smettere di suonare, ma era diventato impossibile. Ormai i tentacoli si erano impossessati dei nostri corpi e delle nostre menti. Il loro controllo sulla nostra musica si è fatto totale. Fluttuavano, si gonfiavano, ballavano, ci pungevano, ci amavano, si allontanavano, ci orchestravano. È stato atroce, è stato supremo. La medusa gigante ha voluto chiudere il sipario e di colpo ci ha inghiottiti. Tutto è diventato allora armoniosa luminescenza. Una volta dentro di lei siamo usciti dalle rotatorie delle solite storie.
Andrea Baldini, voce e chitarra
Paolo Bramanti, basso
Giorgio Ragaglini, chitarra
Gerardo Bordini, batteria

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