Madison Spencer Band
“Madison Spencer, una ragazzina. Si tratta della protagonista del romanzo dello scrittore statunitense Chuck Palahniuk. “Dannazione” è un romanzo stravagante, infernale e dalla storia ben intrecciata, ”tra momenti di riflessione e spaccati di vita dell’oltretomba, dove ogni cosa è concessa, tra un’assurdità che fa sorridere e qualcosa che assomiglia alla realtà”. E’ da qui che viene fuori il nome della rock band salentina. L’incontro è nella primavera del 2014. Intesa “cerebrale” e musicale quasi immediata e forte volontà di esternare, attraverso la musica rock, idee, punti di vista ed emozioni, sono i presupposti per la nascita del progetto artistico. Inizialmente, si esibiscono con un repertorio cover di vari artisti e gruppi internazionali, ma già con in mente l’idea di realizzare un proprio lavoro inedito. La loro proposta musicale, infatti, affonda le radici nell’alternative rock americano, in cui band come Foo Fighters, Queens of The Stone Age, The Black Keys, Tom Petty & The Heartbreakers, Gary Clark Jr., rappresentano fonte d’ispirazione e reinterpretazione di un linguaggio musicale che è alla base del bagaglio personale di ogni singolo elemento della band. La line/up è composta da Filippo Longo alla batteria, Marco Fersini chitarra e voce, Mauro Varratta alla seconda chitarra e Carlo Cazzato al basso. E’ dopo quasi due anni di intensa attività live e di studio in sala prove che finalmente nasce, nella primavera del 2016, l’album “Zirconia”. Sette pezzi inediti in cui si percepiscono contraddizione, crescita, debolezze, rabbia, abusi, lotta interiore, redenzione dell’uomo. E’ nel il singolo “Space ride”, uscito lo scorso 19 marzo sulle piattaforme Vimeo, Facebook e YouTube, che la band evidenzia l’importanza di credere con audacia nei propri sogni, per superare difficoltà, insicurezze ed inquietudini”.
Zirconia è un mondo, un pianeta. Il nostro mondo. Zirconia è il mondo e la vita di tutti. Un grande pentolone sul fuoco, ingredienti “pesanti”. Un album molto esistenziale. Pessimista ed ottimista allo stesso tempo. Pura contraddizione, rottura netta, denuncia, desolazione. E’ il primo fortissimo urlo della Madison Spencer Band nei confronti di chi dorme e invece dovrebbe essere sveglio. Nei confronti di chi abusa, sfrutta, di chi è vigliacco, di chi sbaglia, di chi muore e decide di non rinascere, di chi non vive. Diversamente, non si tratterebbe di un album rock.
“Always The Same” è la storia di un uomo che è vittima di se stesso. In particolare, si evidenziano la sua debolezza e impotenza, nonostante una continua e frustrante lotta interiore, riguardo la lussuria. L’uomo frequenta, infatti, sempre una prostituta ed in lei trova allo stesso tempo “pleasure and pain” (piacere e pena o sfogo).
In “Dirty River” l’argomento principale è la sottile linea che separa il bene e il male. Questi aspetti della vita sono alle volte sfumati, sfaccettati, indefiniti: relatività, punti di vista. Tutto miscelato in un fiume sporco (dirty river). Ciò che è bene potrebbe essere male e viceversa. Ritmo aggressivo, incalzante. Cantato cattivo.
“Space Ride”, il singolo di presentazione dell’album, è un inno al sogno. Tutto è filtrato attraverso il racconto che ruota attorno ad un bambino che sogna ad occhi aperti di volare e sfrecciare nel cielo, cavalcando il suo cavallo giocattolo. Il messaggio che si vuole lanciare è che lottare per raggiungere i propri obiettivi, realizzando così i propri sogni, dia un senso alla vita. Libera dalle inquietudini della stessa. Il pezzo è contraddistinto da sonorità molto orecchiabili, positive e zompettanti . L’assolo è tutto potenza e spinta, rende l’idea che ci si trovi per davvero nello spazio, tra stelle e improvvisi fasci di luce.
“Shoot and Run Away” è spaccata in due blocchi: la prima strofa parla del “black man” (l’uomo nero) e della sua cultura; la seconda descrive dell’uomo bianco. Entrambi ciecamente e costantemente in guerra fratricida, da secoli. Nessuna pietà. Non c’è ragione che giustifichi le guerre, alcun motivo. Tuttavia, le diverse culture e le diverse “anime” spingono e divulgano che la guerra vada fatta. Culture vigliacche che insegnano a sparare e scappare via (da qui il titolo), come se questa fosse l’unica strada. Attraverso ciò, i Madison vogliono dire che la guerra è una cosa inutile. E allora serve a qualcosa implorare il proprio Dio?? Un ritornello che viaggia velocissimo, come i proiettili e i missili in una guerra. Un momento di sospensione e pausa c’è, ed è proprio quello lo spazio in cui la band invita l’ascoltatore alla riflessione.
“The Other Side” può essere considerata la ballata dell’album, dall’etichetta quasi Southern Rock. Al cammino di un uomo, dalla nascita fino alla morte, è accostato il tema della mancanza (in senso materiale) di una persona e della speranza di poterci ancora parlare in “the other side”…
“Abuse” parla di abusi. Tema principale è costituito dalla totale mancanza di rispetto verso ogni cosa. L’uomo non si accontenta mai, è rapace ed ha sempre fame. Crea, ma creando, inevitabilmente distrugge, molto spesso deve distruggere per creare. Le conseguenze sono tragiche. La natura avrà la sua rivincita, prima o poi. Sonorità taglienti come lame.
L’album si chiude con “Lost”, una presa di coscienza del fatto che l’uomo, nonostante il passare del tempo, le esperienze e le vicissitudini della vita, continui a ripetere inesorabilmente gli stessi errori. Un modo per mettere le cose a posto, potrebbe essere quello di rinascere consapevoli del “modus” con cui si dovrebbe agire, affrontare la vita. Ma la vita è una sola.
La band ha lavorato intensamente in sala prove per circa quattro mesi, dal dicembre 2015 al marzo 2016. Evidentemente, dopo due anni di attività, i tempi erano maturi per sfornare il primo lavoro di inediti. La band ha voluto creare un rock alternativo, facendo estrema attenzione a non produrre qualcosa che risultasse già ascoltato, già passato, quindi noioso e scontato. Ecco perchè particolare attenzione è stata prestata agli arrangiamenti e ai suoni. I Madison volevano un suono Madison, originalità. I Madison volevano essere e fare i Madison.
Nella stesura di alcuni testi, un ruolo importante è stato svolto da Valentina Coclite e Daniele U Cage Clemenza. Il progetto grafico è stato ideato e curato da Eduardo Morciano (Fluttuante). Il video del singolo Space Ride è opera di Luca Coclite.
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